giovedì 21 giugno 2012

Solstizio d'estate


Non so bene da quale parte del mio cervello sia scaturita questa canzone, ma mentre tornavo a casa stasera, tenendo le dita incrociate per evitare l'acquazzone beccato ad un paio di stazioni di distanza, questa melodia continuava a rimbombarmi nelle orecchie. E no, non era l'mp3, dato che giusto una ventina di minuti prima aveva deciso di scaricarsi -quel traditore-.
In effetti era una colonna sonora perfetta per il momento. Immaginatevi di camminare lungo una strada semi deserta, col tramonto alle spalle e l'estate davanti a voi. Gli esami sono finiti, il caldo ha appena cominciato a diminuire un po', la gonna svolazza felice alla tiepida brezza della sera e state per prenotare le vacanze. Fa sentire parecchio liberi, non trovate?
C'è una discreta voglia di nonsense. AHAHAHAHAHAHAHAHAH!! [cit.]

sabato 2 giugno 2012

“Ma tanto non ti fanno niente!” “Invece si, mi fanno schifo.”


Esistono tanti tipi di paure più o meno giustificabili a questo mondo. Temere ciecamente una valanga di neve se abiti a Honolulu è piuttosto insensato, così come aver paura di essere attaccati da una anaconda a meno di non trovarsi in un rettilario poco controllato, o rabbrividire alla vista di una banana. Eppure chi può dire di non avere una paura irrazionale? Naturalmente ci rendiamo conto che non c’è nulla di cui essere spaventati realmente, ma qualcosa nel nostro inconscio ci spinge a sudare come beduini nel deserto al solo pensiero di fronteggiarla. Ho notato che spesso queste paure coinvolgono insetti. Tra i più comuni annovererei le cimici, le farfalle, i vermi e le api (caso controverso quello delle api, perché dopotutto quelle se le fai incazzare si vendicano in modo poco piacevole, quindi in fondo averne paura può essere giustificabile). Nel mio caso, molto banalmente, il terrore viene scatenato dai ragni. Non ho idea del perché, forse ho subìto un trauma da piccola, magari me ne sono ritrovata uno nella culla una sera che mi fregava il latte dal biberon, ma so che se ne vedo entro nel panico. In realtà ho fatto grandi progressi nel corso degli anni, ormai quelli grossi come capocchie di spillo riesco a farli fuori senza particolari problemi (le dimensioni contano, gente!), anzi mi sento anche un po’ in colpa perché in fondo quel piccoletto si trovava solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. La parte razionale del mio cervello sa che quell’insetto zamputo in realtà non può farmi nulla di male, anche perché se lo vedo significa che sono sveglia e in grado di fermarlo nel caso gli venisse voglia di infilarmisi in bocca o nel naso, ed in più qui non sono neanche velenosi. E allora perché scorgendo anche solo di sfuggita la sagoma di un aracnide -anche in foto, ahimè- vengo presa dall’incontrollabile impulso di darmela a gambe? Boh. Però in caso di necessità estrema, tipo essendo in casa da sola e vedendo un ragno avvicinarsi a grandi passi al mio comodino, bisogna farsi forza e prendere una paletta.
E per quanto molte delle persone a cui ho raccontato la mia eroica impresa abbiano reagito dicendomi ‘eh ma quelli con le zampe lunghe non valgono gnegnegne!’ io continuo ad essere piuttosto fiera delle mie gesta.
Il mattino seguente a quella giornata storica ho avuto il piacere di fare la conoscenza di un altro esserino che trovo piuttosto repellente: una scutigera. Per quanti di voi non lo sapessero una scutigera è…no non la metto l’immagine, cercatevela voi che a me fa troppo schifo. Dico solo che ha 15 paia di zampe. Io sbarello già con 4, quindi immaginatevi la mia gioia nel doverne gestire più del quadruplo. Probabilmente neanche per lei sarà stato un bello spettacolo vedermi a quell’ora del mattino, e posso capirla, ma cara amica scutigera, non potremmo trovare un compromesso? Tu mangi i ragni, giusto?
..però allora perché ce ne sono così tanti in casa mia? C’è qualcosa che non torna, e io della politica del ‘tutti o nessuno’, quando si parla di insetti, preferisco di gran lunga il secondo termine.