martedì 24 settembre 2013

Svegliatemi quando finisce Settembre

Che velocità - Matrioska

Che sennò mi dimentico di scrivere sul blog. I Green day sono molto inflazionati in questo periodo, soprattutto per via di tutti quegli studenti che si ritrovano alle prese con la sessione autunnale. Fino a settimana scorsa ero una di quelli, ma da adesso non lo sarò più. Anche l'ultimo insormontabile, insopportabile, imprevedibile, incorreggibile, inafferrabile, ineguagliabile esame è stato superato. Davanti a me solo la tesi.
Due mesi per la tesi, oltre ad essere un'adorabile rima, è anche una bella scommessa. Probabilmente ne 
sarei anche preoccupata se solo non mi avessero smontato così tanto. Fin da piccoli ti viene proposta la laurea come traguardo importante e desiderabile, il pezzo di carta che fa davvero la differenza. Nessuno specifica mai che si riferiscono alla laurea magistrale. La triennale è paurosamente svalutata, praticamente una cosa che qualsiasi imbecille riesce ad ottenere, e ringrazia pure se ti concedono 10 minuti alla discussione per esporla (ormai in alcune università non si espone nemmeno). E così puff, quell'aura di sacralità e sapienza che emana dalla parola "laurea" svanisce come una fetta di torta lasciata sotto il naso di mia madre. Demoralizzante, senza dubbio, ma tant'è.
Per la domanda di laurea era obbligatorio compilare un questionario interminabile che chiedeva persino quanti peli ha nelle orecchie mio nonno, piuttosto noioso finchè non mi sono trovata davanti a questa domanda:

Se potesse tornare indietro nel tempo, si iscriverebbe nuovamente all'università?
Mi sono dovuta fermare a riflettere. Di primo acchito avrei crocettato un bel no, preferibilmente corredato da qualche parolaccia, ma poi ho deciso che la questione avrebbe meritato una riflessione più profonda di quella che proponeva istintivamente il mio animo logorato dalla tensione degli ultimi esami.
Tirando le somme la mia è stata un'esperienza universitaria abbastanza sfortunata, capitando puntualmente con l'assistente più stronzo o sentendomi rivolgere le domande più assurde, facendo prendere voti più alti dei miei alle amiche alle quali spiegavo le cose un quarto d'ora prima dell'esame. Per non parlare di quegli esami che 'oh qualsiasi voto mi va bene, l'importante è passarlo' perchè se lo rifiuti è LA FINE. Aggiungiamoci che gli orali mi agitano molto, e che l'80% degli esami della mia facoltà lo sono. Lo stress è stata una compagnia costante, ecco. Tutto sommato però la maggior parte delle materie che ho studiato sono state realmente interessanti, mi hanno dato un bagaglio di conoscenze che sorprendentemente mi hanno aiutato a capire il mondo moderno e hanno ampliato i miei orizzonti. Umanamente parlando mi ha permesso di conoscere tante belle persone, e lo spirito di solidarietà che soltanto tra studenti si può comprendere.
Tornando indietro nel tempo perciò probabilmente mi sarei iscritta comunque all'università, anche se magari da qualche altra parte. Oppure avrei fatto un corso di pasticceria.

Ormai comunque è finita, e non pensiamoci più. Il dopo rimane un grosso punto di domanda rosso lampeggiante. So che nei prossimi mesi dovrò darmi da fare per le 50 inutili pagine della mia sottovalutata tesi triennale, perciò dovrò decidere se rinunciare al volontariato, al corso di giapponese o alla patente. Sarebbe una scelta facilissima se fosse solo una questione di voglia...! Ma riuscirò comunque a convivere serenamente con me stessa. Per la prima volta dopo anni non ho la consueta crisi isterica di settembre, e per quanto sia una che ci tiene a mantenere le tradizioni direi che questa potrei anche tralasciarla.
Questo post è fin troppo serio e riflessivo, e chiaramente noioso, devo aver lasciato tutto il mio buonumore e la mia ironia sulle montagne della provincia bergamasco/bresciana. Prometto che andrò a riprenderle e tornerò a farvi ridere.