venerdì 25 novembre 2011

Però il mio burrocacao è finito.

The end has no end - The Strokes

Da un paio di giorni ho cambiato radicalmente la playlist del mio mp3, con grande soddisfazione. Sarà per l'influsso delle belle giornate di sole, ma mi sento un po' più indieggiante, perciò mi sono lasciata prendere bene da alcune canzoni tra cui quella che fa da sottofondo a questo breve post. Non solo per le condizioni climatiche eh. Ultimamente sto rivalutando il significato del sostantivo "fine" (da non confondere con l'aggettivo, mi raccomando bambini!). Rapporti che credevo terminati, persone con cui pensavo non avrei parlato mai più, spettacoli di cui ero convinta non ci sarebbe stata replica, cose per le quali vedevo comunque una fine insomma, non sono finite. Con mia grande enorme colossale sorpresa, sia negativa che positiva. La fine. Si può mai mettere definitivamente la parola fine ad una situazione? Comincio a chiedermelo.
Il mio burrocacao però effettivamente è finito, e mi dispiace tanto tanto.

venerdì 11 novembre 2011

Leaving New York - R.E.M

Scrivo, a mente poco lucida e assonnata, perchè non voglio addormentarmi e scoprire di essere tornata a casa. L'idea è terrificante, se hai trascorso una settimana in una delle città più stupefacenti del mondo.
A New York tutto è GRANDE: i palazzi, le strade, i negozi, gli alberi, le porzioni di cibo, il riscaldamento delle camere d'albergo e il raffreddamento dei frigoriferi. Sembra una città progettata da un gigante. Cammini, e ti senti una formica in uno scintillante e sterminato formicaio. E' piena di gente di giorno e di notte, ed il tramonto è un momento spettacolare se te lo godi nei punti giusti della città
Ma procediamo con ordine. Sono partita perchè mio papà ed il suo allegro gruppo di amici corridori hanno deciso di partecipare alla maratona. Tipici italiani all'estero, di quelli che sono convinti che parlando in italiano ad alta voce e scandendo le parole, verranno capiti. Essendo una dei pochi a capire a parlare inglese mi offrivo più che volentieri di fare da tramite (anche se alla quindicesima volta che traducevo il menù cominciavano a girarmi i 5 minuti) ma c'era anche chi preferiva prendere rumorosamente l'iniziativa, con mio profondo imbarazzo. Inoltre essendo in 11 si perdeva molto tempo ad aspettarsi a vicenda, perciò consiglio vivamente a chi parte per un viaggio del genere di farlo in 2, tetto massimo 3.Comunque, nonostante la compagnia non fosse proprio la migliore in cui sperare, sono riuscita a godermi la città.
Nota di merito al pilota dell'aereo dell'andata che aveva una voce bellissima, profonda, sembrava uno speaker. Tutti i piloti d'aereo dovrebbero avere quella voce, nessuno sarebbe più preoccupato di finire su un'isola sperdutain mezzo all'oceano. E anche se ci finisse, sarebbe tranquillo perchè ha quel pilota! Salvo che un mostro di fumo nero non se lo mangi, e allora bisognerà fare affidamento a Jack.
Per quanto riguarda la città in sè ci sarebbero troppe cose da raccontare, perchè se ho vesciche sui piedi grosse quanto il mio naso (e questo è tutto dire) significherà pur qualcosa. Posso dire che adoro New York la mattina, col sole che filtra a fatica tra gli altissimi palazzi e la gente che si sposta frenetica tra un taxi sfrecciante e l'altro con in mano il caffè di Starbucks. E' come vivere in un film, e sei perennemente con la testa rivolta verso l'alto. Io non so come sia fatto il marciapiede!
Times Square merita soprattutto di notte, anche se è talmente luminosa che potrebbe sembrare pieno giorno. Ricordo il momento in cui ci sono passata vicina per una frazione di secondo in pullman: è stato come essere colpiti da un arcobaleno, un arcobaleno molto violento. Anche Broadway è costellata di insegne che luccicano, girano, si accendono e si spengono ad intermittenza, degne del miglior attacco epilettico. Praticamente ogni sera eravamo lì.
Central park è semplicemente splendido. Coi colori dell'autunno poi merita davvero tantissimo. Se vivessi a NY diventerei una sportiva solo per andare a correre lì! E' anche sorprendentemente romantico, la vista dal Belvedere Castle al tramonto fa proprio venir voglia di un bacio.
Altre fantastiche viste da tramonto sono Rockefeller Center e Brooklyn Bridge. Mi sono commossa davvero in alcuni momenti, è da togliere il fiato.
Altro momento commovente è stato il Gospel: la domenica mattina, mentre i parenti faticavano sui 42 e passa km, noi siamo andati in una chiesa battista. La gioia e l'energia che trasmettono quei canti è coinvolgente, e vedere i frequentatori assidui della chiesa alzarsi cantando e ballando senza preoccuparsi minimamente di essere gli unici in piedi è qualcosa che ti tocca veramente il cuore. Anche mia mamma ha ammesso che se fossi così anche in italia prenderebbe a frequentare le messe.
La maratona è un capitolo a sè stante. Non tantissima gente vestita in modo strano, anche se alcuni c'erano. Sgolarsi per incitare perfetti sconosciuti provenienti da qualsiasi parte del mondo è bellissimo! Bastava leggere il nome e farlo seguire da un 'Come on!' o 'You're doing great!', e se eri fortunato il tizio si girava e ti ringraziava! Ho stretto anche un paio di mani.
Che altro c'è da dire...oddio, un sacco di roba ci sarebbe da dire! Soho e i suoi millemila negozi, Little Italy con solo 6 famiglie di italiani che ci vivono e la vicina Chinatown con bancarelle di strane pietanze, l'immensa statua della libertà e il museo di Ellis Island dove ho trovato qualche antenato, i graffiti di Harlem e i pazzi nel Bronx, lo stupendo Hard Rock Cafè di Times Square, i telefilm girati in strada, il ramen e il chili, la New York Public Library che tutti vorremmo per studiare, la gente disponibilissima che se ti vede con una cartina in mano viene a chiederti se hai bisogno di aiuto e poi si ferma anche 15 minuti per darti informazioni, le piste di pattinaggio su ghiaccio e tanto, tanto altro.
Ho deciso che tra poco più di un anno mi ci trasferirò temporaneamente, se il mondo non finisce. Devo solo aspettare i 21 anni, poi potrò vivere la città nel pieno delle sue e delle mie possibilità!
Tornare alla vita di tutti i giorni adesso sarà uno shock, ma forse con la convinzione che presto tornerò nella Grande Mela sarà meno dura. Certo, ora come ora però...


Leaving New York, never easy
I saw the light fading out...