sabato 8 febbraio 2014

Fiaba moderna


Ehy, non scrivo sul blog dall’anno scorso! Questa potrebbe essere una delle mie famose battute-da-nuovo-anno (sapete no, quelle che si fanno nei primi giorni di gennaio, che non fanno ridere nessuno?) se solo non fossimo già a febbraio. Perché questo lungo periodo di silenzio? Lasciate che vi racconti una bella fiaba, bambini miei.

C’era una volta una bimba riccioluta che amava passare il tempo col suo portatile, Piccì. In realtà all’inizio c’era stato un po’ d’attrito tra i due, poiché la bimba era molto poco dotata nel campo della tecnologia e non riusciva proprio a raccapezzarsi con Windows 8. Dopo un po’ però aveva iniziato a conoscere quel leggero rettangolo nero, e addirittura ad apprezzarlo, in particolar modo dopo aver scoperto quanto fosse utile per vedere film e telefilm. L’idillio sembrava destinato a durare per sempre, ma purtroppo così non fu. Un brutto giorno di metà dicembre Piccì cominciò a non sopportare più di stare sulle gambe della bambina, e cominciò a manifestare il suo disappunto spegnendosi lo schermo. Lei provò a parlarci, a farlo ragionare, ma non ci fu verso. Così per un po’ tenne Piccì sulla scrivania, sperando di farlo contento.
Pochi giorni dopo Natale però la situazione degenerò: anche a stare sulla sua amata scrivania Piccì rimaneva buio. Bisognava fare qualcosa. Così il padre della bimba lo portò a riparare, subito dopo la festa della Befana. “Allora? Sai qualcosa del computer?” chiedeva la piccola nei giorni seguenti al suo papà, e lui rispondeva sempre: “Ancora niente, mi chiameranno quando sapranno qualcosa.”. Finalmente dopo una settimana scoprirono che andava spedito alla casa madre di costruzione. “Non so quanto tempo ci vorrà per ripararlo, sarà meglio che tu metta in conto di rimanere senza portatile per un po’”, le disse il padre. Pur con rammarico -soprattutto per le 5 stagioni di Breaking Bad lì pronte per la maratona- la bimba dovette accettare la cosa e adattarsi.
Passarono le settimane, e la bambina sentiva la mancanza del suo amico Piccì. Il vecchio computer fisso era troppo lento e si spegneva da solo quando gli pareva a lui, per qualche oscura ragione Whatsapp sul suo cellulare non si aggiornava, e i suoi amici il più delle volte si dimenticavano che la tecnologia a sua disposizione era limitata e si offendevano se non rispondeva ai messaggi su Facebook. (Per inciso, non è che gliene freghi più di tanto di facebook e whatsapp, perché è sempre stata un po’ asociale. È solo che ‘sta benedetta bambina sta cercando di partire per la Cina per fare qualcosa della sua vita, e senza un computer per cercare ed eventualmente chiedere informazioni e tenersi in contatto con le associazioni è dura. E poi non può sempre contare sulla sua vicina di casa per non rimanere indietro con How i met your mother. Fine inciso.)
Dopo un mese di attesa la bimba si fece coraggio e chiese di nuovo “ Allora papà? Sai qualcosa del computer?”. Allorchè l’uomo, imbarazzato, le rispose “Non l’ho ancora spedito.”. Si scoprì così che si era completamente dimenticato di inviarlo alla casa madre per la riparazione.
Il lunedì della settimana successiva il padre fece finalmente ciò che avrebbe dovuto fare  30 giorni prima, e il giovedì della stessa settimana Piccì tornò a casa, accolto a braccia aperte dalla bambina.



Cosa ci insegna questo racconto? Che se vuoi una cosa è meglio fartela da te? Oppure che siamo troppo dipendenti dalla tecnologia? O che Windows 8 è utilizzabile? Come sempre, ai posteri l’ardua sentenza.

4 commenti:

  1. Secondo me tuo padre ti ha preso in giro for fun! Non è improbabilerrimo che il pc venga spedito lunedì e giovedì sia già tornato riparato?
    Sarebbe plausibile, sì, se la casa madre fosse tipo dietro casa tua. Have fun!

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    1. Non è improbabilerrimo affatto, dato che è successo. E conosco mio padre abbastanza bene da sapere che la storia della dimenticanza regge, purtroppo.

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  2. Diavolo, ma questa è una storia dei fratelli Grimm. Comunque Windows 8 è utilizzabilissimo con un po' di accortezze... :)

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    1. Sì, è un inedito. Sappi che un giorno passerò da te a farmi insegnare le accortezze!

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