sabato 10 maggio 2014

La valigia è pronta

Don't stop believin' - The journey


Ormai lo sanno i miei parenti, i miei amici, gli amici di famiglia, i colleghi di lavoro dei miei, il farmacista da cui ieri abbiamo comprato dei fermenti lattici che non riuscirò mai ad ingurgitare e probabilmente tutto il paese dove abita mio nonno perché lui è mezzo sordo e ieri abbiamo parlato in giardino: tra meno di 24 ore sarò su un aereo pieno di cinesi che mi porterà a Shanghai.
Ho il passaporto, il visto, il biglietto aereo e il mio tablet Giulio. Sono pronta.
In realtà psicologicamente credo di no, per ora la vivo ancora come se stesse per partire qualcuno che non sono io, vivo nell’inconsapevolezza. Neanche i numerosi saluti che ho protratto negli ultimi 15 giorni sono stati particolarmente efficaci in questo senso. Finora quello più toccante è stato con la nonna Bambina, la mia nonnina materna, che aveva tutti gli occhi lucidi e li ha fatti venire anche a me. Dev’essere strano per una persona il cui viaggio più lungo è stato puglia-milano veder andare dall’altra parte del mondo la propria nipotina.
Finora le raccomandazioni più gettonare sono state “stai attenta, non uscire di casa, non andare in giro da sola, non uscire con chi non conosci, non fidarti della gente, c’è la criminalità, è pericoloso!” tra gli ultracinquantenni e “divertiti, devastati, fatti chiunque, fai miliardi di foto, scrivici, sperimenta!” tra i coetanei. In pratica per qualcuno vado a partecipare alle rivolte ucraine, per qualcun altro a spaccarmi di rave a Ibiza. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Certo, la cosiddetta “Perla d’Oriente” potrà anche non essere la città più sicura dell’universo (ma se è per questo non lo è neanche Milano, e men che meno il mio paesello di provincia), ma non credo sarebbe intelligente non sfruttare appieno un’esperienza del genere. Perciò avanti tutta, sono pronta ad accogliere qualsiasi sfida!
Tra l’altro spero davvero di diventare una persona più attiva,ormai le mie smagliature assomigliano troppo alle pieghe del copridivano. Ho portato dei pantaloncini corti, si sa mai che l’aria incredibilmente inquinata di Shanghai mi faccia venire voglia di rifugiarmi in un parco a sgambettare.
Pooooi voglio mangiare tutto il possibile! Se trovassi le cavallette potrei anche assaggiarle, devono essere belle croccanti. Poi dopo la caramella al durian, voglio dire…
E voglio migliorare -o anche solo riportarlo al livello a cui era quando ho finito l’università, sarebbe già un traguardo- il mio cinese. Per un mese avrò a che fare con bimbi piccoli, magari mi ritrovo con un’attitudine spettacolare all’insegnamento ai bambini e scopro che è quello che voglio fare nella vita. O, come tutti gli italiani che emigrano all’estero, aprirò un ristorante italiano. Chissà chissà chissà, il futuro è misterioso e criptico, e io sono molto miope.
Beh basta, non credo di avere altro da dire. Mi hanno consigliato di tenere un diario di questa esperienza, e l’idea mi stuzzica. Blogger è bloccato in Cina (evviva la censura!), quindi dovrei ritornare agli albori della creatività con carta e penna. Penso che un tentativo lo farò, sperando di non cambiare idea appena il mio polso minaccerà di spezzarsi. Così almeno non dovrò stare a raccontare il viaggio ad ogni singolo cristiano che mi chiederà “com’è andata?”, basterebbe ficcargli in mano il diario e poi darmela a gambe.
Quindi forse vi aggiornerò sulla mia avventura fra due mesi, o forse no. Intanto buon proseguimento di vita a tutti!

1 commento:

  1. 1- Un'alternativa potrebbe essere un log diary fatto in un documento sul tablet da riportare qui in seguito.
    2- "Fatti chiunque"?
    3- Le cavallette no, dai. Un conto è essere aperti di mente, un conto di stomaco.
    4- "Migliorare il mio cinese" fa tanto "addestratrice di cinesi da competizione". Poketto Chainiizu
    5- "Paesello di provincia". Istant screenshot: fatto.
    6- Non salire sul volo 815.
    7- desuka desuka. Bon voyage!

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