venerdì 20 aprile 2012

La pioggia è comoda e buffa, non ha pubblicità



E’ credenza comune che si parli del tempo quando non si hanno argomenti di conversazione. Stasera non è che non abbia nulla da dire, e non sto neanche cercando di riempire questo blog con una manciata di parole tanto per farlo sentire meno solo. Voglio proprio  parlare del tempo.
Abbiamo ormai superato la metà di Aprile, e fuori sembra di stare ad Ottobre.  Ho dovuto riesumare i maglioni dall’armadio oggi, ditemi se non è una cosa triste. Mi ricordo che i parziali di questo periodo l’anno scorso li ho dati che ero quasi abbronzata, mentre se provassi a studiare all’aperto ora probabilmente li darei con la broncopolmonite. Insomma, l’insoddisfazione è palpabile.
Nelle ultime due settimane ho notato 3 condizioni atmosferiche prevalenti:
1-  La calma prima della tempesta: il cielo è plumbeo, ma non si sa come e non si sa da dove spunta beffardo un raggio di sole. In realtà è solo affacciato alla finestra, tra poco la chiuderà e si godrà lo spettacolo dei terresti che si affannano a ripararsi dall’acquazzone, comodamente seduto nel suo soggiorno di nuvole, protetto da uno spesso strato di grigiume nebuloso. Piccolo bastardello di un raggio di sole.
2- Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle: forse più che catini sono vasche da piscina olimpionica, e chiunque ce le riversi addosso dev’essere particolarmente incacchiato. In situazioni del genere trovarsi per strada con delle All star ai piedi può essere devastante, fidatevi.
3- L’incertezza: probabilmente la più odiosa delle circostanze. Si identifica con quel momento in cui non sai se devi aprire l’ombrello o no perché sì piove, ma poco poco poco. Ti guardi in torno per vedere se c’è qualcun altro che ce l’ha aperto così da non sembrare l’unica cretina che si spaventa per 2 gocce di pioggia, e puntualmente la strada è deserta. Risultato? Prosegui spavaldamente con l’ombrello che penzola inerte dal tuo fianco per qualche metro, magicamente trasformata dalla maculatura di pioggia sui pantaloni e dal volume dei capelli triplicato dall’umidità in una star glam rock degli anni ’70. Poi ti ravvedi (o vedi il tuo riflesso in una vetrina), te ne freghi del consenso degli altri, e apri l’ombrello. E smette di piovere.
Si mormora che il maltempo ci abbandonerà tra qualche giorno, e io voglio avere fiducia negli omini delle previsioni meteo. Qui sulla Terra abbiamo bisogno di sole e caldo, perché con tutta questa pioggia non abbiamo più una scusa valida per non studiare.
 Non ho idea di dove io abbia scattato questa foto.

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